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L'autore, nel suo viaggio tra gli emarginati, descrive i vari mondi della povertà: dalle strade di Roma ai villaggi di fango in Afghanistan, passando per i soccorsi nel mar Mediterraneo e per le difficoltà che si possono trovare nel prestare volontariamente aiuto. Povertà, guerra, fame, malattia, disabilità e solitudine vengono affrontate come fossero malattie, curabili non solo con un'assistenza di tipo sanitario ma anche attraverso azioni semplici che chiunque può fare. Questo libro si offre d'illuminare e scuotere le coscienze, cercando di appassionare, di coinvolgere e di lasciare un po' di speranza nel credere che sia possibile cambiare ogni cosa rimboccandosi le maniche. "Scrivo questo libro per chi è convinto che essere medici non sia limitato solo all'essere laureati, avere cultura, somministrare medicine o eseguire correttamente tecniche chirurgiche, ma significhi soprattutto aiutare chi ne ha bisogno; e nel momento in cui un uomo ne aiuta un altro in difficoltà, sia fisica che morale, diventa anche lui un medico." (L'autore)